Pure (come voi dite) l'ultima che si perde è la speranza. Intanto Roma è un carcere almeno così tolerabile come Vienna e la pazienza di sopportarlo non è virtù così scabrosa, quando non vi si manca del necessario. L'arte, anzi l'obbligo nostro, è di adattarci alle vicende umane, persuasi della temeraria pretensione di adattar quelle a noi. Studiate a mantenervi sereno d'animo, farmaco potentissimo per conservarsi, e siate sicuro ch'io desidero come voi e non lascerò fuggir le occasioni d'appagarvi, quando vedrò che la molestia, che dovrà esserne il prezzo, non sarà maggiore del piacere che mi propongo. Addio.
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A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
Vienna 28 Febbraio 1758.
Piano, riverita signora contessina, piano per carità: se voi date così in escandescenza solamente perché io non vi voglio ipocondriaca, accreditate poco quella tranquillità filosofica, alla quale con tanto impegno aspirate. M'avveggo che la collera non è buona maestra di logica: voi mi scoccate degli argomenti, de' quali non vi varreste certamente ad animo pacato. E non più fondate sono le vostre querele contro la tirannia degli uomini, che malignamente vi escludono dagli studi usurpandone tutti i vantaggi per loro. Veramente vi usurpano una bella cosa. Son veramente grandi i vantaggi che si ritraggono dall'aver guasta la macchina e sagrificati i più begli anni della vita, o delirando fra' deliri de' celebri antichi pazzi, o schiccherando inutili fogli per servire e di noioso trattamento agli sfaccendati e di pascolo saporito ai maligni.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Roma Vienna Febbraio
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