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A CARLO GOLDONI - VENEZIA
Vienna 11 Marzo 1758.
Oh! che Dio vel perdoni, signor Carlo riveritissimo, l'avete pur fatta malgrado tutte le mie rimostranze! Quale spirito seduttore vi ha mai persuaso a dedicarmi il vostro grazioso ed erudito Terenzio? Voi con questo incenso a me così poco dovuto avete in primo luogo costretto un amico, che vi ama sommamente e vi stima, a riflettere sulle rincrescevoli cagioni per le quali ei sa di non meritarlo. In secondo luogo, con le tante e tanto belle cose che vi è piaciuto dir di me nell'eloquentissima epistola dedicatoria, avete fornita la malignità d'un apparente pretesto, onde chiamare contraccambio o restituzione la giustizia ch'io rendo a' felicissimi scritti vostri e a' vostri invidiabili talenti: e avete finalmente umiliata la mia eloquenza, che in risposta della gentile offerta che vi piacque farmi di questa dedica credeva avervi pienamente convinto che non mi conveniva, e persuaso di rimanervene. Tutti questi inconvenienti non crediate per altro, signor Goldoni stimatissimo, che possano rendermi ingrato: anzi nella sproporzione istessa del dono io trovo la più sicura prova dell'amicizia che ha potuto allucinarvi. Quanto più la traveggola è sensibile, tanto più dee la cagione esserne stata efficace: ed io compro volentieri una sì cara sicurezza con un poco di rossore di qualche onore usurpato.
Vi rendo vive e sincere grazie de' tre primi volumi del vostro nuovo Teatro, all'impressione del quale sarei già stato associato, se non l'avessi ignorato.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Marzo Dio Carlo Terenzio Goldoni Teatro
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