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      A CARLO INNOCENZO FRUGONI - PARMA
     
      Vienna 22 Giugno 1758.
     
      Mi fu quattro giorni sono recata una cortesissima lettera accompagnata da un vostro vezzoso componimento anacreontico, con la promessa di una visita del signor Filippini. Ho atteso inutilmente l'ultima, per poter in un tratto rendervi conto di tutto; ma il giovane raccomandato, forse sollecitato dall'occasione, sarà partito alla volta dell'armata: onde, augurandomi le opportunità di secondar le vostre premure a favor di lui, adempio intanto i miei doveri nel resto.
      L'idea delle persone del vostro merito non è soggetta alle ingiurie della lontananza, del silenzio e del tempo. La facoltà di questi distruggitori delle più profonde impressioni perde tutta la sua attività contro di quelle che il dovuto universal favore continuamente rinnova. Non avete però resa maggior giustizia a me che a voi stesso, credendomi sempre memore, sempre amico e sempre vostro. Il pegno che vi è piaciuto di darmene nell'obbligante dono della leggiadra epistola anacreontica, che m'inviate, mi diletta quanto mi lusinga. L'ho molte volte riletta sempre con nuovo piacere, e ne avrei anche ignorandolo riconosciuto l'artefice alla nobile felicità dello stile, alla connessa libertà de' pensieri, "a quegli occhi facondi, a quelle braccia ingegnose" ed a tutto quel saporetto latino che si fa sentire anche a' palati volgari che nol conoscono. Il vigore che ritrovo nella vostra mente m'assicura ch'ella è tuttavia comodamente alloggiata. Me ne congratulo con voi, con me e col Parnaso italiano.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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