Non penso a villeggiare, onde gli ordini vostri mi troveranno sempre apparecchiato in Vienna a provarvi con la mia ubbidienza il tenero, ostinato rispetto, con cui sarò senza fine il vostro.
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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
Vienna 23 Settembre 1758.
Non ho cuore, amico carissimo, di esacerbare con lunghe querele le vostre piaghe: dall'impressione che ha fatta nell'animo mio la nostra irreparabil perdita, argomento quella che deve aver fatta nel vostro: e stimerei piuttosto crudeltà che ufficio pietoso il pretendere di consolarvi. Il tempo, la necessità, la rassegnazione a' decreti della Providenza, e le vostre prudenti e cristiane riflessioni, conseguiranno quello ch'io non sarei capace di procurarvi. Abbiate intanto cura di voi medesimo, e credete che avete innumerabili compagni nel giustissimo vostro dolore.
Non posso più dubitar, caro amico, che vi manchino diverse mie lettere. La cagione di questa mancanza non può essere in Vienna. Io ho fatto un rigoroso esame, ed ho ragione di credere che il mal non venga di qua. Fate voi lo stesso costì, e vedete di verificare se qualche bell'ingegno vi vuol sollevare del fastidio di leggere le mie lettere. Potrebbe essere colpa dell'irregolarità delle poste questa mancanza (avendovi io mandate le lettere per la posta, per non incomodar sempre senza necessità il ministro), ma, oltre che per questa comune strada vi son prima sempre le mie lettere regolarmente pervenute, si dà ora un accidente assai degno d'osservazione, ed è che a voi mancano appunto le mie lettere nelle quali vi ho parlato a lungo di Monticelli.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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