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      È vero che non posso ancora averne ricevuta risposta, atteso che il tempo necessario al corso delle lettere non è passato; ma ne replico l'istanza, affinché questo porporato non possa mai trovar bugiarda la mia assertiva d'averne scritto, se mai l'ultima mia lettera avesse corsa la disgrazia delle antecedenti smarrite sorelle.
      Saranno purtroppo vere le piacevolezze che vi scrivono d'Italia sulla nostra signora Gabrielli. Ella è giovane, italiana, favorita dalla natura a riguardo della naturale trascendente abilità della musica, onde non è strano che si risenta de' capricci delle nostre sirene. Ma in mano vostra io spero che sarà molto più mansueta. Ella è perfettamente persuasa del suo merito, e pure è estremamente timida. Per moderar gl'impeti che potrebbe inspirarle il suo merito convien che le imprimiate nell'animo un gran rispetto, anzi timore positivo del sovrano e della Corte, e perché non si avvilisca nell'esecuzione è necessario che voi le comunichiate coraggio con le vostre approvazioni e con gli applausi de' vostri amici: e vi assicuro che li meriterà. Per altro voi siete piloto più esperto di me, e non dubito che ne saprete far ottimo uso. In Vienna, in Milano ed in Lucca, dove la giovane è stata maneggiata con la necessaria destrezza, ha incantato tutti i viventi; ma in Padova, dove han voluto usar più la sferza che lo sprone, han gettati i denari.
      Caro gemello, non posso più scrivere: onde vi abbraccio teneramente, e sono per tutti i secoli.
     
     
     
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      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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