Ma l'amore, sempre timido e sospettoso, mi suggerisce che forse per prudenza e delicatezza potreste aver mandata la vostra lettera inclusa ad alcuno perché non mi pervenga senza preparazione. Perdonate, dilettissimo amico, le dubbiezze umane. Io non mi difendo d'esser uomo, e confesso che ho bisogno di tempo per esser padrone di me. Ma ecco un altro servitore che tornando dalla posta mi consola in parte con la notizia (opposta alla prima) che le lettere di Roma non sono ancor giunte, onde ritorno nelle speranze che m'ispirò l'ultima affettuosissima vostra del primo corrente e nella espettazione di migliori nuove. Lascierò la lettera aperta finché sarà possibile, e frattanto vi abbraccio con quella rispettosa stima che merita un sì caro e degno amico. Addio.
P. S. Le lettere di Roma del 5 sono alfin giunte, e le ho vedute in mano di amici che ne hanno ricevute; ma per me non ve ne sono. Non so che cosa pensare, e torno a cadere nelle mie agitazioni. Addio, amico e padrone dilettissimo.
1107
A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
Vienna 20 Settembre 1759.
Vi dimando scusa, amico adorabile, dell'inquietudine che vi avrà cagionata la mia antecedente. Mi recano in quest'istante due vostre lettere insieme, una del 5, l'altra dell'8 del corrente, delle quali la prima, non so per quale strano accidente, non giunse come dovea la domenica passata, e mi fece fare almanacchi crudeli. Lode a Dio, che si è compiaciuto usarci misericordia, e grazie a voi, che avete dimostrato di qual tempra è l'animo vostro.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Roma Roma Settembre Dio
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