Questa non può esser figlia che d'un perfetto giudizio, ch'io credo simboleggiato in Apollo come i talenti nelle Muse; e sono persuasissimo che nulla di grande potrà prodursi da queste senza la magistrale scorta del primo. Su tali solidi fondamenti io prometto al Parnaso italiano un nuovo ornamento nella persona di V. S. illustrissima, ed ho tanta vanità quanta riconoscenza perché abbia ella voluto farmi servir di materia (ancorché poco feconda) a' primi lodevoli saggi de' suoi ozi poetici.
Mi sovviene d'aver conosciuto e trattato in Roma molti anni sono, particolarmente in casa del cardinal Barberini, un signor abate Compagnoni, allor giovane applicatissimo agli studi, di dolcissimo costume, di delicatissima complessione e di aspetto molto avvenente. Sarebbe mai questi per avventura monsignor suo zio, di cui ella mi parla? Se mai lo fosse, la prego, cadendole in acconcio, di rinnovargli la memoria della mia antica e rispettosissima stima. Ed augurandomi intanto occasione e facoltà d'ubbidirla, pieno d'ossequio e di gratitudine mi dico.
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A PLACIDO BORDONI - VENEZIA
Vienna 1 Gennaio 1760.
Come mai, gentilissimo signor Bordoni, così bene iniziato come voi siete ne' misteri di Parnaso, vi accordate co' profani alla rancida formalità delle buone Feste? Io ve le rendo per vendetta, perché riguardo delle persone ch'io amo credo delitto il fare eccezione di tempo per augurar loro felicità. Mi sarebbe carissimo l'abbracciarvi; ma non veggo per ora speranza che possa sostener il mio desiderio.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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