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      A DANIELE FLORIO - UDINE
     
      Vienna 13 Febbraio 1760.
     
      Non ho trascurato per negligenza di rispondere all'ultimo gentilissimo foglio di V. S. illustrissima; ma le rare occasioni di ritrovarmi io con gli abitanti del vortice luminoso mi hanno obbligato a differir questo mio dovere sino ad aver sodisfatto all'altro di ubbidirla appresso il nostro degnissimo signor conte di Kevenüller. Ho trovato che avea già egli risposto a V. S. illustrissima, onde sapendo ella i di lui sentimenti originalmente, non mi resta su tal proposito se non se assicurarla che questo amabilissimo cavaliere parla di lei con espressioni di stima e di parzialità che provano ad evidenza il distinto pregio in cui egli tiene i colti di lei talenti e le tante altre invidiabili qualità che l'adornano. Contegno, per mio avviso, che onora moltissimo non meno il bel cuore che l'esquisito di lui giudizio.
      Pare dalla sua lettera ch'ella non approvi il sistema di vita ch'io amo ed ho creduto necessario d'eleggere. Prima di deciderne perentoriamente, incominci V. S. illustrissima a considerare ch'ella è costì nella platea del teatro in cui io mi trovo: e che la sua situazione la defrauda della vista di tuttociò che succede sul palco e dietro le scene: onde che non può molto fidarsi della solidità di quei raziocini che han per fondamento un'illusione. Dopo di ciò metta in conto che il mio genio naturale, quanto mi ha dall'infanzia portato alla scelta e ristretta società, tanto mi ha reso all'incontro rincrescevole ed intolerabile lo strepito, il disordine ed il tumulto, nemico capitale delle Muse, fra le quali ho dovuto passare i miei giorni.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Febbraio Kevenüller Muse