Credete ch'io desideri meno di voi di abbracciarvi? V'ingannate. Ma io sono un poco più di voi biscottato alle vicende della fortuna, e più cauto a tenermi coperto da' pazzi colpi di lei. Sospendete le vostre impazienze: e ricordatevi che la nostra età esige pensieri a lei conformi, e non capricci giovanili. Se verrà il signor Giuseppino Guspeld, farò quanto posso a suo vantaggio. Ma prevenitelo che io posso pochissimo. Addio.
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AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
Vienna 6 Maggio 1760.
L'umanissima vostra del 13 del corrente mi avrebbe più vivamente irritato contro l'ostinate indiscretezze della vostra podagra se le ridenti disposizioni dell'animo vostro, che già si prepara a ristorarsene col tanto per voi dilettevole commercio delle festive Nereidi e degli amici Tritoni delle lagune adriatiche, non avesse trasformata in invidia la mia compassione. Felice voi, veneratissimo Fracastoro, che mentre si andrà qui palpitando fra i capricci e le vicende della Fortuna e di Marte, sdraiato in una comoda gondoletta ascolterete da lontano, come tranquillo sicuro ed indolente spettatore, il sanguinoso contrasto di tanti turbini di guerra, che minacciano la sovversione di provincie e di regni. Mi congratulo con esso voi dell'invidiabil progresso che avete fatto nelle scuole di Zenone e d'Aristippo, e per non fermarmi sulla umiliante riflessione della mia inabilità ad irritarvi, passo a rendervi conto dell'uso da me fatto della plenipotenza che vi è piaciuto conferirmi per la commessa riconciliazione.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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