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      La mia commissione è già esattamente e felicemente adempita. Non ho l'onore d'aver superata la minima difficoltà non avendone incontrata alcuna, ma ho la compiacenza d'aver conosciuto che coi caratteri franchi e sinceri (come quello del nostro signor marchese Visconti) il contegno più destro è sempre quello che sente meno del maneggio e dell'artificio. Ed in fatti appena esposta la mia pacifica proposizione, egli mi ha dichiarato amplissimamente in questo affare arbitro della sua volontà come avevate fatto voi della vostra. Le premure dell'una e la pronta condescendenza dell'altra parte provano ad evidenza che la vostra scambievole amicizia non ha mai sofferta alterazione alcuna se non se nell'esercizio di qualche esterna formalità: e questo alla prima lettera che riceverà da voi il vostro signor marchese riprenderà, anzi accelererà l'antico suo corso juxta illud. Amantium ira amoris integratio est.
      Spero che la sollecita e felice esecuzione di questo mi procurerà la continuazione de' vostri venerati comandi, onde sia più frequentemente in azione quella rispettosa tenerezza con cui sono il vostro fedelissimo Musa.
     
      P. S. Le mie adorazioni alla impareggiabile figlia.
     
     
     
      1142
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 26 Maggio 1760.
     
      È in data del 10 del cadente la vostra eloquente filippica contro la turba de' malvagi e degli sciocchi fra' quali siamo obbligati a vivere. È veramente doloroso questo inevitabile commercio: ma per adattarvi se stesso convien valersi (come io faccio) delle persuasioni della necessità e dei doveri della scambievole compassione.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Visconti Musa