Vi lasciai nella mia antecedente col re di Prussia intorno a Dresda, sulla riva sinistra dell'Elba, e col maresciallo Daun sulla destra, che, comunicando con la città per la sua banda, ne cambiò la guarnigione ed andò di persona a riconoscere tutto il giro dei bastioni e delle cortine. Il re che si era alloggiato ne' borghi, le case delli quali sono fin sull'orlo del fosso, poté situare a coperto i cannoni ed i mortai che gli riuscì di raccogliere ed incominciò a gettar bombe e palle infuocate con molta energia nella città: onde le case interne vicine al fosso soffersero naturalmente in qualche parte l'incendio, e benché non ardesse alcuna casa di considerazione, mise spavento in molti degli abitanti che per la banda libera fuggirono a Praga e nelle città vicine, dove per giustificare il proprio timore ne ingrandirono le cagioni. Non si può fare il torto a Sua Maestà prussiana d'attribuirgli la visione di poter prender Dresda aperta da una parte e con un'armata a fianco superiore alla sua. Ma si vede ch'egli vorrebbe indurre Daun a passar l'Elba per passarla anch'egli e guadagnar una o due marce agli Austriaci, prevenirgli in Silesia, ficcarsi fra quelle fortezze e far ivi cavillando una campagna di mozz'orecchio, per strascinar la causa fino alle ferie d'inverno. Daun poco disposto a compiacerlo si è contentato di tormentarlo con alcune sortite, obbligarlo ad allontanarsi un poco, tanto che gli Austriaci han preso posto ne' borghi: in virtù di che in tutto il giorno 25 Sua Maestà prussiana non ha scaricato verso la città che tre colpi di cannone, senza poter giungere di lungo tratto alle mura.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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