Questo è l'uomo che ha ravvivata la nostra perduta militare disciplina: che non ha mai avuta la disgrazia di esser battuto, e che ha tenuto a freno, vinto, scacciato, sorpreso e malmenato un nemico che gli altri avevano deificato per loro scusa. Questo è quello che tutto il mondo vede di lui: ma se fossero note le occulte difficoltà fra le quali questo ammirabile capitano si è continuamente trovato ravvolto, conoscerebbe che la sua prudenza, la sua fedeltà, la sua pazienza e mille altre virtù hanno in lui quel grado eroico che sorpassa la misura delle santificazioni. Voglia Dio che si persuada di tornare in campagna ed abbandoni la risoluzione che fin'ora sostiene di lasciare ad altri la gloria di mietere l'ultime palme.
Al mio degnissimo monsignor di Palermo mille e mille espressioni di tenerezza, di stima e di rispetto: e risalutandovi per parte di tutti i salutati vi abbraccio, vi riverisco e mi confermo.
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A SIGISMONDO CHIGI - ROMA
Vienna 2 Gennaio 1761.
Dunque, riveritissimo signor principe, non è vero che vi siete dimenticato di me. La gentilissima lettera del 6 del caduto decembre mi assicura di questa invidiabile verità; ed io ne sono contento e superbo. Noi abbiam qui meritata questa reminiscenza, con quella che abbiamo assiduamente custodita e di voi e delle amabili vostre e lodevoli qualità. Materia assai frequente della nostra picciola adunanza nelle notturne e meridiane confabulazioni. Dacché non è da pretendere di stabilirvi su quelle dell'Istro, mi rallegro che vi siate ricondotto una volta sulle sponde trionfali del Tebro, dove spero di sentirvi fra poco così ricco di frutti come vi ho veduto fin'ora ornato e di fronde e di fiori.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Dio Palermo Gennaio Istro Tebro
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