Non vi parlo de' miei cancherini per non mettere a rischio il vostro animo esulcerato di averne per vendetta una peccaminosa compiacenza.
Le nuove di pace, di guerra, di comandi d'armate, e di mutazioni interne fin ora sono in concavo lunae: e quello che se ne dice per la città non merita la minima fede.
Abbraccio il mio caro e riverito signor tenente maresciallo, e per non abusar oggi della vostra tormentata pazienza mi restringo ad assicurarvi di nuovo della mia resipiscenza, e del costante rispetto con cui sono.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 9 Febbraio 1761.
Dalla carissima vostra del 24 dello scorso comprendo che le mie rimostranze non hanno intiepidita la vostra prurigine di scriver la mia vita. Se questo vi fa piacere, io ne sono a parte come vostro: ma torno con confidenza fraterna e sincera ad assicurarvi che io non mi compiaccio di cotesta fatica se non se come d'una prova del vostro affetto: e che la naturale parzialità dello storico defrauderà la fede anche al vero: anzi m'accuserà appresso ai posteri di vanità: poiché pochi potranno difendersi dal maligno sospetto ch'io abbia procurato il mio panegirico. L'ottava che mi trascrivete è piena d'errori. Eccovela come credo che fosse:
Tempo già fu che i più sublimi montiBassa meta sembraro ai voli miei
E ch'ebbi al mio desire i pensier prontiTal che stupor col canto mio rendei.
L'edere premio delle dotte frontiMi posaro nel ciel fra' semidei:
Ed or con atra man piena d'orroreL'oblio circonda il mio passato onore.
Vi avverto che l'Europa non è informata del costume di Roma e di Firenze di andar le persone oneste e letterate vagando nelle notti estive per le vie e per le piazze e passando le ore in compagnia delle Muse.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Febbraio Europa Roma Firenze Muse
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