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      La remotissima speranza di possederlo non mi consolerebbe della tormentosa imaginazione d'un bene di cui presentemente son privo. Ne godano intanto anche per me quella parte ch'io ne godrei, poiché aggiungendosi a loro non mi parrà d'esserne in tutto defraudato.
      Vostra Eccellenza non mi parla del naufragio dell'Attilio: se lo fa per non turbarmi, offende la mia invecchiata filosofica insensibilità su le vicende degli scritti miei. Ma forse i capricci del Vesuvio avranno offuscati costì gli spettacoli, e si sarà sfuggito il cimento.
      Si degni di qualificar le proteste del mio costante rispetto rinnovandole a mio nome al veneratissimo signor principe suo consorte ed a tutta la degnissima famiglia, e mi creda con l'antico riverentissimo ossequio.
     
     
     
      1189
     
      A GIUSEPPE ROSSI - NAPOLI
     
      Vienna 19 Febbraio 1761.
     
      Non poteva il mio Alcide esser commesso a mani più care e più amiche delle vostre: onde non intendo con quale equità possiate attribuire al caso un atto di cui ha avuto tutto il merito il prudente editore che ha così bene incontrate le affettuose disposizioni del mio, e mi lusingo che non abbia contradetto a quelle dell'animo vostro. Accettate dunque con più tenerezza e con minor ritegno la tutela de' figli miei: ed invece di considerarla come incenso, che la vostra moderazione non ambisce, giudicatela come un peso a cui l'amicizia vi sottopone.
      Il nostro maresciallo Daun è perfettamente ristabilito, e siam liberi dal timore delle sue repugnanze di ritornare al comando, avendo ceduto alle sovrane premure.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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