Vienna 23 Febbraio 1761.
Sempre ogni gentilissimo foglio di V. S. Illustrissima e mi diletta e mi onora; ma particolarmente quando ne' progressi d'alcun nuovo suo componimento s'appaga la vanità del mio pronostico e va germogliando la speranza dei nuovi ornamenti che per mezzo delle lodevoli sue occupazioni si promette il Parnaso italiano, come fin da bel principio non ho dubitato di presagirle. La leggiadra cantata ch'ella ha scritto per la notte del Santo Natale, tanto è più degna di lode quanto si risente meno degli svantaggi di un soggetto così frequentemente trattato. Tutta l'elocuzione è fluida senza perder nobiltà; le immagini sono ridenti e poetiche, e regna per tutto il giudizio senza il quale, come altre volte le ho detto, io faccio poco o niun conto delle ammirabili facoltà de' più felici talenti. Me ne congratulo sinceramente seco, e la esorto a continuare a dilettarsi nel commercio delle Muse, dacché così parzialmente le arridono.
Mi ha cagionato un vero e sensibilissimo piacere la minuta e particolar memoria che ha conservata di me il degnissimo monsignor suo zio, onde la stima, il rispetto e l'amore ch'egli m'inspirò già tanti anni sono in Roma senza forse saperlo, divengono ora un debito della mia riconoscenza e della mia vanità. La supplico d'essergli mallevadore di questi miei giusti sentimenti e di andar formando di tratto in tratto le parziali disposizioni del di lui bel cuore a mio riguardo.
Il suo giudizio del mio Alcide mi solletica non meno come appassionato che come sincero, poiché la prova d'un'amicizia che la faccia travedere per me sta in equilibrio con la compiacenza d'aver meritata una lode.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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