Mi onori d'alcun suo comando e mi creda col dovuto rispetto.
1192
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 9 Marzo 1761.
Nella vostra del 21 di febbraio riconosco il dispiacere che vi fanno le mie rimostranze sulla storia che avete intrapresa ad onore e gloria mia. Se questa vi diverte e vi occupa piacevolmente, io non disapprovo che continuiate a scriverla riserbandoci a discutere insieme la questione an pub1icanda. Intanto bisogna informare i lettori ignari del costume de' nostri cigni nelle notti estive, seguitato da gente onesta, affinché non mi prendano per ciarlatano di piazza. E nella grecizzazione del nome bisogna accennare il morbo epidemico dei letterati di quel tempo, rigidi imitatori di quelli del cinquecento, di cambiare i loro nomi e nelle accademie e nelle produzioni loro, o grecizzandoli, o latinizzandoli, o prendendone a capriccio con qualche allusione. Così non verrà mai in mente a qualche bell'ingegno di dare alcuna maligna spiegazione alla greca metamorfosi del nome mio, nella quale non ho avuto né merito né colpa, avendola inventata il mio maestro ed avendola pubblicata nel mondo il trovarla in fronte a qualunque mio scritto. Il trombone è finito: oggi deve portarmelo l'artefice, già munito di tutto il bisognevole al viaggio. Saprete con la mia ventura lettera come sarà incamminato. Riverite il modesto e bravo signor dottor Tassi: abbracciate la germana e credetemi.
1193
A MARCO COLTELLINI - LIVORNO
Vienna 9 Marzo 1761.
A tenore delle ottime speranze che mi hanno inspirato de' vostri felici talenti, gentilissimo signor Coltellini, alcuni vostri leggiadri componimenti poetici da me veduti, e particolarmente l'ultimo scritto in occasione delle nozze del nostro arciduca, io so buon grado a quelli che hanno superato i vostri modesti ritegni, riducendovi a calzare il coturno e a procurar di aggiungere ornamenti al nostro teatro.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Marzo Tassi Marzo Coltellini
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