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      Vi dirò dunque che ho più volte attentamente letta e riletta la vostra tragedia, e sempre con eguale piacere. Effetto d'uno stile armonioso, nobile, chiaro, pieno di pensieri non comuni, e tale insomma che convincentemente dimostra quanto la natura vi ha favorito, e quanto la vostra applicazione l'ha felicemente secondata. Con un così ricco capitale io credo che non dobbiate cedere agli insulti capricciosi delle vicende teatrali. Voi non ignorate che le medesime tempeste hanno agitato in ogni secolo i primi lumi della poesia drammatica; ma il turbine passa, il merito dura, e il tempo rischiara e decide. Non è perciò ch'io non entri a parte del vostro giusto rammarico: m'impegna per voi la parzialità che professate per me, il pregio stimabile de' vostri talenti e la somiglianza del rischio in cui mi trovo, navigando lo stesso mare; ma vorrei che gli ostacoli (come avviene negli animi ben fatti) vi servissero di stimolo e non d'inciampo. In quanto alla condotta e all'economia della vostra tragedia, non mi resta che dire. Se io avessi creduto che altra fosse più atta a soddisfare il genio della mia nazione, l'avrei certamente anteposta a quella di cui ho fatto scelta; ond'è prova troppo chiara ch'io non ho veduto più oltre. Voi avete indubitatamente avuto lo stesso fine dilungandovi da me, cioè di lusingare il gusto francese. Io so che il vostro ingegno e la vostra esperienza teatrale vi debbono aver reso abile a questo giudizio; ma sarei troppo temerario se, ignaro de' costumi, degli abusi e della maniera di pensare de' vostri popoli, io ardissi di proporre il mio.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548