Ieri ne ho ricevuta la nota, ed oggi religiosamente gliel'accludo. Io non ho scritto altro dramma per le nozze del nostro arciduca che l'Alcide al bivio. Si è cantata in quei giorni medesimi una serenata intitolata la Tetide di composizione del signor Migliavacca, poeta del re di Polonia, assai ben scritta. Nel corso poi del carnevale si sono recitate nel teatro pubblico un'operetta intitolata l'Armida, imitata dal francese dal medesimo poeta, e l'antica mia Issipile. Il mio Alcide dunque, la Tetide e l'Armida saranno consegnate in un piego a Vostra Paternità molto reverenda dal corriere del signor conte Alberti, che parte di qua fra pochi giorni alla volta di Firenze e passerà per Bologna.
Sono impaziente d'ammirare il suo libro, bench'io, non iniziato ne' misteri armonici. o almeno poco infarinato, non potrò giudicarne che come il cieco de' colori.
Le mie faccende non mi permettono oggi di dilungarmi; onde portandole le riverenze della nostra compositrice che, animata dalle approvazioni di Vostra Paternità molto reverenda, lavora indefessamente la nuova sua Messa, pieno della più alta e perfetta stima.
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A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
Vienna 7 Maggio 1761.
Ieri è stato a favorirmi il nostro degnissimo padre Azzoni, vostro buono e vero amico. Abbiam letto attentamente insieme il bel Dialogo del Merito e dell'Umiltà, ed io me ne sono compiaciuto sommamente come di componimento che vi onora e per l'elocuzione e per le cose che racchiude: avendo voi in esso mirabilmente accordato il vezzo del Parnaso col decoro del Santuario.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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