I soliti saluti. Addio.
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A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
Vienna 20 Maggio 1761.
A tenore della gentilissima vostra del primo del corrente, il signor conte Francesco Coronini me ne recò giorni sono altra del 6 del medesimo, e non avendomi ritrovato in casa la lasciò con un cortese complimento. Io corsi il dì seguente a cercarlo, ed egli per faccende che l'occupavano non poté ricevermi. Finalmente tre giorni sono venne a favorirmi per pochi momenti sul punto di partir per l'armata: onde non ho avuto altro tempo se non quello di protestargli la mia vera volontà di servirlo e di secondare a proporzione della mia limitata attività le premure della mia gentilissima signora contessina. La fisonomia di questo cavaliere non mi è giunta nuova, ed io debbo averlo assolutamente altre volte veduto.
Non mi crediate, riverita signora contessa, così poco conoscitore de' miei vantaggi ch'io non conti fra i più preziosi di questi l'onore della vostra corrispondenza. Io ne son geloso e superbo: né per cosa del mondo vorrei meritare di perderla. È un torto imperdonabile il solo sospetto che poteste seriamente concepire contro questa naturale e sincera affirmativa. Ma siccome io non trascorro a queste idee ingiuste, quando i vostri affari domestici, le noiose o le piacevoli distrazioni, l'umore ipocondriaco, o qualunque altro impedimento non vi lascia tempo per scrivermi: così per equità di corrispondenza non è ragionevole che voi facciate argomenti contro le costanti disposizioni dell'animo mio, dove i miei cancherini (sempre tali, anzi peggiori se non fossero che imaginati), o l'abbondanza d'inutili ma inevitabili occupazioni, o la scarsezza di materia o di serenità di mente, mi rendono tardo a rispondervi con molto maggior mio che vostro danno.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Francesco Coronini
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