Voi, riverita signora contessa, avete mente più di quello che bisogna per conoscere queste incontrastabili verità: ma per privilegio immemorabile le ninfe debbono esser sempre creditrici: e voi non avrete il demerito col vostro sesso d'aver mai ceduto un punto delle vostre ragioni.
Già sapete che il re ha passata l'Elba e s'è incamminato verso la Silesia: che Laudon si è raccolto sul nostro confine per ricevere i rinforzi speditigli da Daun, se ve ne sarà bisogno. Questo è il certo che sappiamo: il resto son ciance degli sfaccendati, o goccioloni o maligni. Il sicuro è che la tenda è alzata e la commedia incomincia. Aspetto, ed abbraccio teneramente intanto la cara metà con tutta la riverita famiglia, e sono col solito rispetto.
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A G. ROBERTO DI SAN SEVERINO - PARIGI
Vienna 23 Maggio 1761.
Non vorrei che la mia involontaria tardanza nel rispondere al parziale e gentilissimo foglio di V. S. illustrissima soffrisse la sinistra interpretazione di poca riconoscenza all'onore che ella si è compiaciuta di farmi con lo stimabilissimo dono della sua Arte della guerra: le cagioni e fisiche e morali che mi hanno impedito l'adempimento di questo mio dovere non hanno punto pregiudicato a quei giusti sentimenti di stima e di gratitudine che a buona equità esigono ed i suoi sudori poetici e la cortese propensione ch'ella mostra a mio vantaggio.
Ho sommamente ammirato che, obbligata la sua fantasia alla dura legge di seguir religiosamente le tracce del primo autore, abbia potuto conservar quel calore che si nutrisce di libertà, onde se in questo suo lavoro mi son compiaciuto di tanti passi pieni di vivacità d'immagini e d'armonia, che mai non dovrò promettermi dalla sua Musa, quando volerà senza ceppi?
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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