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      Io sto benone in quantum Metastasiana firagilitas patitur.
      Starò meglio se sarò convinto della vostra calma, e se potrò convincer voi di quella costante tenerezza con la quale sarò eternamente.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 24 Agosto 1761.
     
      Voi nella vostra del dì 8 del corrente, a dispetto del nostro convenuto, ritornate a sommergermi nel letame di Napoli, volete da me un curioso consiglio, e quindi (occasione arrepta) spaziate eloquentemente nell'enumerazione delle vostre perdite e delle angustie domestiche. Al primo di questi tre punti della vostra predica rispondo: ch'io son servitore umilissimo della bella Partenope, ma non voglio aver che fare con lei, e metto tutti in un fascio il Cangiani, il Filippi ed il Tenerelli. Al secondo, che dimanda consiglio, rispondo che la mia maniera di pensare non deve servir di regola agli altri, onde fatevi dirigere dalla vostra dialettica forense, nella quale io son laico affatto. Rispetto poi alle angustie domestiche non intendo come la mia pensione di scudi 300 dedicata interamente alla casa di Roma e sufficiente per tanti anni a tutta la famiglia, ora a questa, ridotta a due sole persone, si ritrovi così sensibilmente scarsa. L'assegnazione di scudi 20 il mese voi vedete che non è fatta per privarvi del resto che corre sino agli scudi 300, ma per obbligarvi in qualche maniera a tener sempre qualche riserva, che possa supplire al capo dell'anno a mille bisognetti trascurati ne' calcoli ed a qualche inciampo della vostra aritmetica.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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