Queste verità mi assicurano di lui. Alla sua età il predicator pedante o non basta o non bisogna.
Con tutto l'accresciuto fermento marziale siamo affatto digiuni di nuove. Onde premessi i soliti abbracci e riverenze alla cara metà, mi ricordo coll'inalterabile mio costantissimo rispetto.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 22 Febbraio 1762.
Lasciate ch'io celebri il mio carnevale in questo penultimo giorno, secondando la mia pigrizia con una lettera arcilaconica. La vostra del 6 del corrente non esige risposta, e qui non abbiamo la minima novità che meriti la vostra attenzione. Divertitevi dunque più di me, che, di ritorno dall'importuno viaggio di Parnaso, mi traggo appena gl'infangati stivali che vorrei pure una volta appendere in voto al tranquillo Dio del silenzio. Addio, vi abbraccio con l'annosa germana e sono.
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A DANIELE FLORIO - UDINE
Vienna 27 Febbraio 1762.
Dal degnissimo padre don Salvator Riva insieme con l'umanissimo foglio di V. S. illustrissima mi sono stati consegnati alcuni esemplari della bellissima canzone pindarica da lei ultimamente scritta. La mia gratitudine per così caro e prezioso dono, e per l'occasione che mi somministra di una così stimabile conoscenza, doveva esserle più sollecitamente attestata da una mia più pronta risposta, ma avendomi le sue grazie trovato in parto di un dramma che un sovrano comando mi ha obbligato a produrre, non ho trovato fra le inevitabili faccende materne il momento d'essere seco fino al dì presente. Mi congratulo dunque ora seco della nuova sua viva, dotta e leggiadra produzione, tutta degnissima di lei: ma a patto che coteste sue corse accidentali non la distraggano dal grande intrapreso viaggio, al quale io non desisterò mai di stimolarla per aver qualche parte di merito nel nuovo ornamento ch'ella promette al Parnaso italiano.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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