L'Artaserse è il più fortunato de' miei figliuoli. Tutti gli altri hanno corse varie vicende; ma questo, per ostinazione della sorte, è sempre stato sulle staffe. Anche i drammi hanno le loro costellazioni. Addio; vi abbraccio con la sorella, e sono.
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A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
Vienna 1 Marzo 1762.
Eccomi di ritorno da un lungo viaggio di Parnaso, dove la mia adorabile padrona mi ha mandato ad implorare un nuovo dramma da messer Apollo per solennizzare l'imminente parto della nostra arciduchessa Isabella.
V'imaginerete facilmente che somiglianti corse non son più oggi mai per me di stagione, e che oltre il disagio del cammino dee ragionevolmente rincrescermi a dismisura il personaggio di pitocco importuno che deggio mal mio grado rappresentare appresso al padre guardiano delle Muse tornandolo indiscretamente ad infastidire, dopo avergli tante e tante volte inaridite le conserve della sua poetica fecondità. Ma pazienza. Io ho tanto esaltata questa bella virtù ne' miei componimenti sacri, che non posso decentemente contradirmi. Vorrei solamente inspirarne una buona dose a' miei lettori.
Che fa la nostra tanto amabile quanto stimabile signora Accarigi? Ditele ch'io sono entrato a parte delle angustie che nelle ultime funeste vicende domestiche hanno esercitata la sua virtù: di cui spero ed auguro che la ricompensi in avvenire la costante tranquillità che merita una sua pari.
Il caro padre Azzoni è tutto vostro e di lei. I ritratti ch'egli mi fa assai sovente e de' meriti di quella e delle stimabili qualità del vostro cuore mi fanno compiacere del tenace nodo che mi stringe all'uno ed all'altra.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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