Un grato e sospirato compenso di questa mancanza sarà per me il libro che si compiace inviarmi. L'impazienza con cui l'attendo corrisponde al giusto ed alto pregio in cui sempre ho tenuto il degnissimo autore, a cui rendo intanto le più vive e sincere grazie per così parziale ed obbligante pensiero.
Attenda, veneratissimo mio signor marchese, a conservarsi gelosamente per decoro della nostra patria, per modello a' suoi pari e per consolazione di chi pieno di rispetto e di tenerezza sarà sempre invariabilmente com'è sempre stato finora.
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A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
Vienna 8 Marzo 1762.
L'imminente parto della nostra arciduchessa ha fatto venir voglia all'adorabile mia sovrana che partorissi ancor io un nuovo dramma. Or vedete per l'amor di Dio se l'ingravidare è più mestiere che mi stia bene. L'ultima vostra lettera mi trovò sulla sedia, onde non vi meravigliate della tardanza della risposta: anzi sappiatemi buon grado che, sgravato appena del mio peso e non uscito ancora dal puerperio, io m'affretto a saldar con voi questa partita di debito. Caro amico, sarebbe tempo ch'io non mi andassi più impacciando con quelle pettegole delle Muse. Ormai io non sento più solleticarmi né dalle loro ritrosie né dalle loro compiacenze, e non ho più tolleranza per i capricci delle fanciulle. Aggiungete a tutto ciò che la seccatura de' versi miei ha ormai bastantemente esercitata la lunga e parziale pazienza di tutti i fautori di Parnaso. Esigerebbe ogni ragione ch'io lasciassi vuota l'arena ad atleti più freschi.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Marzo Dio Muse Parnaso
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