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      Non so perché l'augustissima mia padrona non voglia intendere così limpida verità, e continui ad annoiarsi per onorarmi. Orsù, per una persona che sta da parto questa lettera è lunga abbastanza. Al degnissimo signor conte della Rocca rinnovate la memoria del mio rispetto; dite a mio nome alla sacerdotessa tutte le tenerezze che s'accordano co' vostri diritti coniugali, continuate ad amarmi, e credetemi con la solita ostinazione.
     
     
     
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      A MATTIA DAMIANI - VOLTERRA
     
      Vienna 11 Marzo 1762.
     
      L'ultimo gentilissimo foglio di V. S. illustrissima mi trovò alle strette con quelle pettegole delle Muse, che in occasione dell'imminente parto della nostra arciduchessa ho dovuto per ordine sovrano obbligare a filare e tessere un nuovo dramma. Ormai codeste fanciulle cominciano a solleticarmi assai poco. Il lungo commercio con esse me ne ha scoperti tutti i capricci, ed ho consumata gran parte della provvisione di pazienza che bisogna per farle stare a dovere. Onde vorrei pure una volta o che l'adorabile mia padrona non aspettasse che la noia de' miei componimenti l'obbligasse a darmi riposo, o che comunicasse a' miei lettori una porzione della sua esemplare clemenza nel tollerarmi.
      Mi attribuisce un onore che io non ho meritato chi mi pubblica autore delle due cantate del tabacco e del cioccolate, ch'io non solo non ho composte, ma neppur mi sovviene d'aver vedute. Non permetta ella che appresso gli amici suoi io passi per usurpatore dell'altrui lodi.
      Se V. S. illustrissima avesse modo d'indicarmi qualche via meno incomoda e dispendiosa di quella che ho tenuta per farle pervenire il mio Alcide, io me ne varrei per inviarle a suo tempo il nuovo dramma.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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