Desidero che cotesto pubblico la riguardi con gli occhi vostri e non vada sofisticando sulle debolezze di cotesta povera mia figliuola, che non ha colpa veruna se il padre non ha saputo farla più avvenente e seduttrice.
Il nostro maresciallo Daun ha messo il suo campo quattro leghe lontano da Brestavia, ed una lega più innanzi ha situato un campo comandato dal generale Brentano. Il generale Trascowitz copre i passi della Varta e di Selberburg, ed il generale Bek comanda nell'alta Silesia. Queste situazioni osservate sulla carta annunciano disegni spiritosi. Voglia il Cielo che il nostro povero Daun non sia turbato nell'opera, se non che dal nemico.
In Sassonia è avvenuto un trascorso che ci cagiona più vergogna che danno. Il principe Enrico era già da qualche tempo radunato in campagna, e noi eravamo tuttavia accantonati in una specie di cordone. Il nemico, approfittandosi della nostra dissipata situazione, ha sorpresi ed occupati alcuni de' nostri posti avanzati, e disordinatine col tumulto molti altri. Mi dicono che ora, riuniti, i nostri vadano ricuperando il perduto. Qui noi altri profani non intendiamo perché il maresciallo Serbelloni, che ivi comanda, non fosse sotto le tende quando già v'era il nemico; ma la presunzione è a favore dell'uomo del mestiere, finché il suo sbaglio non sia provato. Il popolo per altro, poco osservatore di queste prudenti regole del criterio, qui grida intanto fieramente contro il comandante, che con forze un terzo superiori si è esposto a simile affronto.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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