Addio. Ricordate sempre il mio rispetto al nostro veneratissimo pretore urbano. Conservatevi con la sorella, mentre abbracciando entrambi mi confermo.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 21 Giugno 1762.
Dalla vostra dei 5 del corrente veggo che gli stessi sintomi si osservano sì nella vostra che nella nostra atmosfera. Il freddo, le piogge, le grandini e tutte le altre gentilezze che hanno così ornato il giugno, hanno qui divertito ancor noi. Incomincio a persuadermi che l'asse della terra declinando dai poli tenda a farsi paralello all'equatore, e che quindi nascano le strane alterazioni sul conosciuto corso delle stagioni, che noi chiamiamo irregolarità, ignari di qualche impercettibile teoria che fugge alle osservazioni di noi altri poveri passeggieri, che facciamo troppo breve dimora su questo globo per iscoprirne tutte le proprietà. Questo sogno, come sapete, non è mio, ma mi trattiene piacevolmente l'immaginazione che, accelerandosi cotesto supposto giro dell'asse della terra, noi ci potremo, insalutato hospite, ritrovar sotto il clima di Siene o di Meroe senza esserci mossi dalle nostre contrade. A proposito di Meroe e Siene, ditemi un poco chi è mai un certo prossimo chiamato Maurizio di Belfort, che mi scrive una gentilissima lettera da Roma per prepararmi alla lettura d'una sua anacreontica scritta in occasione del parto della nostra arciduchessa Isabella: quale anacreontica non mi è finor pervenuta.
Voi vedete che questa lettera ha fisonomia di cicalata, segno evidentissimo che non ho nuove canoniche da darvi, che sto come stava, e che sono tuttavia qual sono sempre stato e sarò sempre.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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