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      Intanto tutti vogliono che la pace sia fatta fra l'Inghilterra e la Francia, e che per conseguenza rimetteremo tutti la spada nel fodero. Io desidero il meglio, e perché non so qual sarebbe, aspetto e taccio. Addio. Ho scritto più di quello che m'ero proposto. Mi vendicherò un'altra volta. Vi abbraccio intanto con la germana, e sono.
     
     
     
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      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Vienna 6 Settembre 1762.
     
      Il vostro signor Ruggieri di ritorno in patria vi avrà dato conto di me e delle sue faccende. Io avrei ben voluto che la sua venuta a questa parte fosse accaduta in più favorevoli circostanze, ma tali erano quando egli venne, che le premure della nostra adorabile arciduchessa Isabella non han potuto essergli allora giovevoli: or figuratevi qual fondamento si potea far sulle mie. Egli esaminò il paese e prese il più savio partito, cioè quello di non consumarvisi sulla fede delle speranze remote. Mi dispiacque sommamente, poiché nelle poche volte che ragionai seco mi parve uomo di meriti e di senno; s'egli si trova costì, vi prego di riverirlo distintamente a mio nome.
      Il signor Giuseppe Bartoli, letterato di credito e professore di codesta Università, mi ha scritto una gentilissima lettera annunciandomi un'opera sua, in cui intraprende di provare che il poema di Virgilio è una perpetua allegoria, sotto la quale si spiegano le vicende della Repubblica Romana. Per convalidare la sua opinione ei dice che si vale del costume di molti antichi poeti greci e latini ripieni di somiglianti allegorie: e voleva onorar me annoverandomi in così venerata compagnia, col supposto che le mie opere siano ripiene di fatti e vicende di nostro secolo sotto il velo di personaggi drammatici.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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