Desidero di potergli esser utile quanto gli son grato della sua parzialità, e con la dovuta stima mi dico.
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A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
Vienna 14 Ottobre 1762.
Dalla gentilissima vostra del 26 del caduto vengo confermato nella sicurezza dell'affettuosa parte che voi sempre prendete in qualunque occorrenza mia. Vi sono al sommo tenuto de' passi già da voi fatti perché cotesto signor Bartoli non mi esponga per soverchia parzialità al rischio di passar per poeta satirico, e con persone d'alto affare alle quali unicamente possono assomigliarsi i caratteri tragici.
Gli uomini son uomini in ogni grado: e pur troppo gran rischio degli scrittori drammatici, anche de' più cauti, la casuale somiglianza di qualche poco felice fisonomia, senza l'aiuto di costà di chi la vada rilevando ex professo. Mi dorrebbe per altro assaissimo che il signor Bartoli, mal persuaso della solidità delle mie ragioni, se ne rammaricasse come di sconoscente corrispondenza all'onore ch'egli vuol farmi, accusa che tanto più mi affliggerebbe quanto meno io sento di meritarla. Mi farete cosa gratissima se, liberandomi dal pericolo del primo scoglio, mi potrete torre anche il timore di non urtar nel secondo.
O buono o malgrado loro le Muse han pur servito al mio bisogno: e le ho già rimandate in Parnaso a farsi ribenedir dal padre Apollo. Non posso dirvi per ora la cagione che mi ha obbligato a bisticciar con queste pettegole: perché un comando sovrano mi ha prescritto il silenzio. Subito che mi sarà aperta la bocca, ne sarete informato.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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