Della prima non le ho raccolte così buone come io vorrei, ma non cattive a segno di mettermi in agitazione: del secondo, con mio sommo dolore, ho trovato costantemente che voi siete oppresso da una pertinace malinconia che regna in tutte le vostre azioni. È possibile, amato gemello, che voi che siete stato capace di resistere alla tentazione della fortuna ridente (eroismo quasi senza esempio), non possiate ancora adattarvi a saperne soffrire i capricci con la medesima superiorità? Sì, caro gemello, fate vedere al mondo che il vostro cuore è sempre il medesimo in qualunque vicenda: e sostenendo da vostro pari le presenti, mostrate quanto eravate degno delle passate.
La mia salute, caro amico, esige da me molta filosofia: e prego il Cielo che mi lasci e mi accresca questa in modo che si trovi almeno in equilibrio con le impertinenze dell'altra.
Noi quando tutto il resto del mondo è in pace ci prepariamo con più vigore che mai ad un'ottava campagna. La Corte e la città è in lutto per la perdita che abbiam fatta della quinta arciduchessa, principessa di grandissime speranze. Il freddo è alcuni gradi più violento di quello che fu il 1709: fra tutte queste delizie immaginate la tempra de' nostri umori. Ma dopo il cattivo viene il buon tempo: e d'ordinario si tira innanzi sperando il bene e tollerando il male.
Vi prego de' miei rispetti al mio degnissimo signor conte Ercolani, che è stato uno di quelli che ha sofferto con pazienza eroica le mie prolisse ricerche sulla vostra persona. Mille saluti all'onorato Carlani, se si trova in Bologna.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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