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      Addio, caro amico, non vi stancate di riamarmi, e siate sicuro della stima, della riconoscenza, della tenerezza e del rispetto del vostro.
     
     
     
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      A DANIELE FLORIO - UDINE
     
      Vienna 6 Aprile 1763.
     
      Le amabili qualità del suo bel cuore, che fanno a gara con quelle della mente, ispirano a V. S. illustrissima, riverito mio signor conte, quella gratitudine ch'io non ho meritata nel render giustizia, per decoro del mio giudizio, ai due bellissimi sonetti da lei con tanta gentilezza comunicatimi: quando non voglia contarmi per merito la vera compiacenza ch'io provo nel vedergliela render dagli altri. I pregi de' quali può vantarsi il mio Parnaso confuso sono per lo più negativi: cioè a dire consistono nello sfuggire gl'infiniti pericoli che si presentano ad ogni passo quando si scrive per attrici così eminenti: onde vitavi denique culpam, non laudem merui. Pure mi consolano le sue da me non meritate lodi, come traveggole di quella invidiabile e parziale amicizia che le cagiona.
      Mi ha ferito nel più vivo dell'anima la funesta sua domestica perdita, ch'io aveva fin ora ignorata, e dal mio ho misurato il suo tanto più giusto dolore. Non bisogna meno che la sua virtù per resistere... Ma inavvedutamente io vado esacerbando una piaga troppo recente e che non può soffrir per ora altro balsamo che il silenzio.
      Il signor conte di Canale, monsignor Perlas, tutta la casa Figuerola ed il signor conte della Puebla sono stati sensibilissimi alla cortese di lei memoria: e mi hanno incaricato di assicurarla del dovuto contraccambio.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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