Monsignor governatore avrà una mia traduzione inedita della satira d'Orazio Hoc erat in votis. La potrete leggere insieme con l'originale alla mano: ma conviene aver cura che non cada in potere di qualche stampatore. Addio: io sono de more.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 24 Aprile 1763.
Avete ottimamente scelto il partito del silenzio rispetto al sonetto del nostro Cariste. Io ho già osservato ch'egli è molto ineguale e che non sempre è ben impiegata la cura di trascrivere ogni suo componimento. - Per un accidente impensato mi è capitata la musica di Jommella del mio oratorio della Passione. È veramente degna del costante applauso che costì annualmente riscuote. Io l'ho fatta cantare in camera mia e ne sono innamorato. Non v'è assolutamente compositore nelle note di cui parli così vivamente il cuore come in quelle di questo eccellente maestro.
È partito ieri di qua alla volta di Roma il signor abate Garampi canonico di S. Pietro ed archivista della Vaticana e di Castel Sant'Angelo: che ha fatto un lungo giro per la Germania, per la Francia e per la Fiandra con commissioni apostoliche. È uomo dotto, savio e d'un costume amabile, che l'ha reso carissimo e distinto per tutto e precisamente in questa Corte. Se mai vi occorrerà di vederlo, ricordategli la mia stima, il mio rispetto e non tacete un vero affetto da me concepito per la sua non meno amabile che degna persona.
Questa lettera risponde alla vostra del 9 del corrente. Abbracciate la sirocchia e conservatevi al vostro.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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