A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
Vienna 26 Aprile 1763.
Il nostro onorato signor abate Cetrulo parte alla volta d'Italia, e m'assicura che di primo volo verrà a vedere l'impareggiabile gemello: onde io mi crederei scomunicato in bulla Coenae se non mi approfittassi di questa opportunità per abbracciarvi teneramente almeno per procuratorem, e pe' dareve no centenaro de vase a pezzechillo. Una buona dose ne mando ancora al caro Petrillo: al quale mi dichiaro obbligatissimo della cura che prende del vostro buon umore; del quale ho riconosciuto più d'un segno nell'ultima vostra risposta alla mia che vi fu da lui consegnata. Adesso ricomincio a conoscere il mio adorabile Carluccio, superiore così alle lusinghe come alle stravaganze della fortuna. Io mi prometteva da voi questo eroismo: e sapeva che la maggior difficoltà per voi era il saper prescriver limiti a' teneri eccessi del vostro buon cuore e della vostra gratitudine. Or che il tempo e la riflessione vi ha reso padrone di voi medesimo godete, caro amico, quella dolce tranquillità ch'è il frutto meritato da tanti vostri sudori e da tante tollerate vicende.
Abbiamo qui per qualche mese il nostro bravo e buon Panzacchi, chiamato di Baviera per cantare in questo teatro viennese. Io l'ho sempre stimato, ma ora più che mai: assicurandomi egli ogni momento esser egli lungo tempo stato testimonio della vostra amicizia e tenerezza per me.
Io non ne ho mai dubitato: ma pure mi piace e mi solletica il ritrovar persone che possano confermarmelo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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