Riveritelo rispettosamente a mio nome, e pregatelo a recitarvi un suo sonetto sull'Essenza di Dio, e lo troverete degno dell'argomento.
È verissimo che i Dialoghi del nostro Parrino sono ripieni d'arcaismi, ma in quel genere di componimento stanno a loro sito e non mi offendono come nelle epistole del Monti.
Se monsignor Piccolomini vi fa leggere la mia versione della satira d'Orazio Sic erat in votis, per giudicarne bisogna aver l'originale alla mano. Abbiate cura che qualche avido stampatore non la pubblichi: ne sarei malissimo contento. Addio. Vi abbraccio con la sirocchia e sono il vostro.
1308
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 16 Maggio 1763.
Alla vostra del 30 dello scorso aprile non ho materiali onde far pingue risposta: onde contentatevi di questa più tosto magretta, ed accettate il buon animo.
Non è meraviglia che il nostro degnissimo pretore urbano non sia sempre accessibile nelle sue circostanze e, ben al contrario, mirabile ch'ei sappia trovar di tempo in tempo qualche momento da consagrare all'amicizia. Ricordategli il mio rispetto vedendolo: conservatevi con la sirocchia, continuate a riamarmi, e credetemi ostinatamente il vostro.
1309
A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
Vienna 11 Giugno 1763.
Viva il mio caro gemello, che finalmente ha tirato fuori il capo da quel fangoso pantano ipocondriaco nel quale si trovava sommerso. L'ultima lettera che da voi mi pervenne dopo il vostro viaggetto di Parma, e le relazioni del nostro Petrillo, che ho veduto di passaggio per Sassonia alcuni giorni sono, mi hanno infinitamente consolato.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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