Non dubito del suo merito nella scienza armonica, bastandomi oltre il suo credito il vostro venerabile giudizio: ma io non ho avuto il piacere di sentirlo. Non ho trascurato di mostrargliene desiderio, ma egli si è difeso con gli svantaggi contratti nel viaggio, ed io non ho voluto violentare la sua compiacenza. Ieri ha pranzato fuori di città nel giardino del conte Durazzo, e sollecitato dalla bella padrona di casa ha cantato. Come resistere all'autorità d'una bella bocca? Io l'ho spremuto quanto ho potuto sul vostro proposito, particolarmente per informarmi a fondo del colore del vostro umor presente: e sono assai contento di voi. Continuate, caro gemello, a scuotere come avete incominciato quella maledetta ruggine dall'animo vostro, che vi andava a poco a poco riducendo a nulla. Mi tratterrei più lungamente con voi. Ma ho un fascio di lettere seccanti alle quali deggio inevitabilmente rispondere: onde co nu vaso a pezzechillo te dico che songo il fedelissimo gemello.
1321
A LIVIA ACCARIGI - SIENA
Vienna 12 Settembre 1763.
Con riconoscenza eguale al distinto favore della obbligante confidenza di V. S. illustrissima ho ricevuto e attentamente letto il suo manoscritto della Tomiri, e son superbo che la nostra Italia vanti una damina di così rari talenti, e capace di poter avventurarsi alla più difficile impresa che possano tentare gli abitatori di Parnaso. Ho trovata l'elocuzione chiara e felice; vi ho scoperte alcune destrezze teatrali che non sogliono esser frutto della dottrina e de' talenti, ma della lunga esperienza; vi ho incontrato caratteri vigorosamente espressi, ed in somma tutto il lavoro ha superata la mia espettazione, come dée superarla di tutti quelli che sian capaci di conoscere l'enorme difficoltà di così pericoloso mestiere e che non ignorino esser questa la prima volta ch'ella varca un mare infame per tanti e tanti naufragi.
| |
Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
|
|
Durazzo Settembre Tomiri Italia Parnaso
|