Amico gemello, se non incominciamo ad aprir gli occhi all'età nostra, quando gli apriremo mai più?
Addio: raccomandatemi alle vostre cicale, ch'io non lascio di parlar di voi con le mie oche. Ma soprattutto pensate a conservarvi e a conservare un così caro individuo. Il vostro.
1351
A LIVIA ACCARIGI - SIENA
Vienna Dicembre 1763.
Mi ha veramente colpito nel più vivo dell'anima l'infausta e inaspettata perdita del nostro povero abate Pasquini. Uomo amabile per l'ottimo fondo del suo carattere, distinto per il suo talento, e che contraccambiava con esemplare gratitudine l'affetto de' suoi veri amici. Io ne sento e ne sentirò per lungo tempo la mancanza, tanto più che rifletto quanto debba essere sensibile a V. S. illustrissima ed al nostro degnissimo padre maestro Azzoni, che ne conoscevano il merito e valutavano per quello che sono gli estri irregolari, che variavano bensì talvolta, ma non peggioravano il suo carattere. Gran motivo per me di consolazione è la continuazione della sua pregiabilissima amicizia e padronanza, che V. S. illustrissima mi promette, acquisto che mi renderà grato eternamente alla memoria del caro amico, a cui ne son debitore. Procuri distrazione da questa luttuosa rimembranza con l'innocente commercio delle Muse, giacché le sono così favorevoli; rammenti il mio tenero rispetto al padre maestro Azzoni, e mi creda invariabilmente.
1352
AL SIGNOR LAZZARONI - PIETROBURGO
Vienna 1 Gennaio 1764.
Con la notizia del vostro decoroso stabilimento voi avete incominciato, gentilissimo signor Lazzaroni, ad effettuare i cortesi auguri di felicità che vi è piaciuto di farmi al rinnovarsi dell'anno; poiché se può contarsi fra le umane prosperità l'adempimento d'alcun nostro desiderio, nessuno ha più sinceramente di me desiderato che trovasse una volta un porto la vostra agitata fortuna.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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