Ma bastando appena la tenue mia abilità a compire i doveri dell'impiego, a cui la troppo parziale Fortuna mi ha destinato, non mi è fisicamente possibile d'aspirare alla gloria di qualificare alcun mio componimento poetico con la luminosa compagnia di quelli che formeranno la costì meditata edizione, e particolarmente ora che l'imminente incoronazione del re de' Romani mi caccia frettolosamente in Parnaso.
Non potendo ubbidire l'Eccellenza Vostra in questa unica e limitatissima sfera della mia attività, quando mi sarà mai lecito di lusingarmene? Se giungesse la sua perspicacia a scoprire in me alcuna fin'ora a me medesimo incognita abilità, vivamente la supplico a scemarmi il rossore della mia insufficienza, somministrandomi co' nuovi ordini suoi la sospirata occasione di dimostrarle con quanta rassegnazione e con qual rispetto sono e sarò sempre.
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A CARLO DE SANCTIS - ROMA
Vienna 23 Gennaio 1764.
Ha ben prevenuto le mie speranze, ma non già i voti miei, il distinto onore che ha voluto generosamente farmi cotesta antica e celebre Accademia ascrivendomi di proprio moto al numero de' colti e felici ingegni che la compongono.
S'io non misurassi col mio merito i miei desideri, l'avrei già da lungo tempo ambito; onde ottenuto in tal guisa non mi lascia il rimorso d'aver troppo preteso, e mi riesce più caro. V. S. illustrissima, che si è così gentilmente compiaciuta di recarmene l'avviso, si compiacerà altresì di presentare a tutta cotesta insigne adunanza i miei umili e sinceri rendimenti di grazie, e le suppliche insieme di favorir quind'innanzi e difendere nel nuovo accolto collega l'onore del proprio giudizio.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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