Questa economia di parole conviene oggi a meraviglia con la povera mia testa, che si trova un poco più stordita del solito. Son da cinque o sei giorni in qua pacifico possessore d'un amabile catarrino, finora portatile, accompagnato da suoi caloretti notturni, gravezze di capo, raucedine ed altre somiglianti gentilezze, senza la minima spesa per la compra. Il più bello dell'affare si è che i miei cancherini domestici, quando ne comparisce uno straniere, gelosi del possesso si risveglian tutti a difendere la loro anzianità, e fanno pompa a gara di tutto il loro valore: e fra i bravi litiganti io sono il terzo che gode. Io faccio orecchie di mercante e procuro di non darmene per inteso. Così vado innanzi sperando il bene e tolerando il male. Son contento e superbo che le vostre relazioni intorno al mio caro bassà convergano perfettamente co' miei prognostici, e da un fondo così ben temperato io mi prometto frutti eccellenti. Abbracciatelo, vi prego, teneramente a mio nome insieme col degnissimo suo genitore, della specie del quale (come più volte ho detto al caro bassà) converrebbe che vi fosse un mercato, d'onde tutti i giovani potessero provedersi d'un padre. Io sono col solito rispetto.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 20 Febbraio 1764.
Mi ha fatto ridere il minuto ragguaglio economico della vostra del 4 corrente. Ridere non già per disprezzo del metodo tanto lodevole quanto necessario non solo a noi altri poveri reptili ma anche a' più luminosi figli della fortuna. Ma perché quella specie di calcolo accusa la vostra falsa credenza ch'io esiga da voi un così minuto conto, come altri esigerebbe dal suo atriense.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Febbraio
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