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      V'ingannate, caro fratello: se v'ha qualche stitichezza nel mio contegno, non riguarda mai il mio ma il vostro comodo. Dove non è ordine non è modo d'introdurre opulenza. Io non vi credo nemico dell'ordine, ma questo è dottrina che ha bisogno d'uso e d'esperienza: la fortuna non ci ha forniti de' materiali per esercitarci, ed il niente ed il troppo rendono gli uomini egualmente trascurati a questo riguardo.
      Se voi non vedete teatri, io sono anni che gli ho ceduti affatto al buon gusto dominante: onde in questa come in molte altre cose fraternamente conveniamo. Chi può soffrire il continuo insulto che vi si fa presentemente al senso comune? Ma consolatevi, perché l'eccesso del disordine suol confinar col rimedio.
      Addio, penserò a Partenope; non ne ho finora avuto né tempo né voglia. Vi abbraccio intanto de more con la germana: e sono.
     
     
     
      1368
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 27 Febbraio 1764.
     
      È in data del dì 11 del cadente l'ultima vostra lettera, e per buona sorte della mia natural pigrizia non esige dissertazioni in risposta, se non volessi farne sull'infelice stato del nostro teatro. Opera inutile, perché già conosciuto da tutti, e perché il rimedio dee venir necessariamente dalla natura. E sapete come? I buffi che pensano a recitare cominceranno a rappresentar qualche opera seria, come fanno gl'istrioni in prosa, alternando coi drammi giocosi: e la verità espressa trionferà di cotesti meravigliosi suonatori di gola che, scordati affatto della loro umanità, non aspirano che alla gloria de' violini, cioè a grattare unicamente le orecchie, e trascurando, anzi con una stolida impertinenza disprezzando tutte le vie che conducono direttamente al cuore degli spettatori, obbligano i compositori a delirar con esso loro e congiurano insieme ad instupidire e guastare affatto il palato del popolo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Partenope Febbraio