Desidero che vi trovi insieme ristorato dalla vostra rusticazione tusculana, benché molto a mio credere irregolare, poiché quando messere Apollo abita il tropico del Cancro, gli antichi nostri savi si ritiravano a' quartieri d'estate, e non andavano in compagnia delle cicale ad abbronzarsi per le ardenti e polverose campagne. Ma l'indulgere genio è qualche volta rimedio. I miei voti sono che questa volta si avveri il proverbio. Assicuratemi se vi è riuscito e credetemi.
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A SILVIO BALBIS - SALUZZO
Vienna 2 Luglio 1764.
A dispetto d'una più che ragionevole dose d'amor proprio, di cui io mi sento purtroppo fornito, non supponga V. S. illustrissima ch'io non m'avvegga di quanta parte delle sue lodi io sono debitore alla sua parzialità. La quale per altro m'è sì cara, che la compiacenza di vederla provata nell'eccesso appunto del suo favorevole giudizio mi compensa il rimorso di non averlo pienamente meritato.
Il signor conte di Canale, alcune settimane sono, mandando un suo picciolo figliuolo a Torino, lo incaricò, da me pregato, d'un esemplare d'Egeria da farle a suo tempo tenere a Saluzzo. Spero che a quest'ora le sarà capitato: troppo tardo forse per la sua amichevole curiosità, ma sollecito abbastanza per argomento della ricordevole mia stima, di cui spero che debba essere ormai soprabbondante appresso di lei ogni nuovo contrassegno. Renda, la supplico, sincerissime grazie a mio nome a coteste dame e cavalieri, che vanno vendicando i poveri miei drammi dalle ingiurie che giornalmente soffrono sui teatri d'Europa dai nostri ignoranti, quanto superbi eroi ed eroine canore, che a quella degli affetti umani avendo sostituita l'imitazione de' flautini, de' canarii e degli usignuoli, van rendendo le scene italiane il ludibrio di quelle nazioni che ne hanno appresa l'arte da noi.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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