Alla signora contessa Stirck ed al mio caro bassà mille e mille espressioni di quelle qualità che parrà alla vostra prudenza che mi siano permesse. Continuate a soffrirmi con tutte le mie ipocondriache stravaganze, e credetemi col solito rispetto.
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A GIUSEPPE AZZONI - SIENA
Vienna 4 Luglio 1764.
Voi non volete, mio carissimo padre Azzoni, ch'io dubiti di qualche fisica predeterminazione, quando per vostra confessione m'avveggo che voi non siete stato padrone di ricordarvi di me, se non se nell'assenza della gentilissima sposina, che probabilmente non vi lasciava presente la libera disposizione delle vostre riflessioni. Basta: a dispetto d'un poco di gelosia che purtroppo mi solletica, io non credo opportuno d'andare enucleando questa materia. Forse mi sarebbe troppo duro lo scoprire quanta parte mi sia stata usurpata del vostro cuore. Per qualche risarcimento de' danni miei mettetemi almeno in grazia della mia bella rivale e fatele concepire l'infinita stima che me ne hanno inspirata le vostre vivaci descrizioni.
Quando giunga col signor tenente colonnello Marescotta La sorellina di don Pilone mi sarà carissima per il suo valore intrinseco, di cui mi siete stato voi infallibile mallevadore, ed ancor più perché mi assicura ch'io son pure una di quelle imaginette di Vienna che forse mal grado vostro vi vanno di tratto in tratto ripassando per la fantasia.
Non crediate ch'io non abbia pensato di mandarvi la mia Egeria. Un esemplare della medesima, accompagnato da un altro per la nostra degnissima signora Livia, attende ravvolto e suggellato un opportuno portatore, che fin ora non si è presentato: e la mole non mi consiglia d'incaricarne la posta.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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