Saluto la infermiera e sono al solito.
1404
A GIUSEPPE AZZONI - SIENA
Vienna 4 Ottobre 1764.
Dunque la mia povera Egeria, senza sentirsi almen dir ben venuta, ha dovuto vedersi abbandonata da voi al capriccio del primo occupante! A questo segno, mio caro Padre maestro, vi rincresce la compagnia delle Ninfe del secolo di Numa? Se non mi avesse procurata una vostra lettera, io non vorrei riconoscer per mia figlia chi ha potuto soffrire un oltraggio così sanguinoso. Basta, le perdono perché così vi ha nascosto almeno i suoi difetti: anzi per questo motivo sarà benissimo fatto che mai più non vi torni innanzi.
Felice voi che in cotesto tepido e ridente clima andate godendo le delizie autunnali, mentre noi siamo già alle mani col sollecito inverno, affaccendati ad apprestar ripari contro gl'insulti ch'ei ci minaccia coi suoi incomodi precursori. Quando le vostre rurali peregrinazioni vi lasceranno ozio per pensare ad alcun'altra cosa, ricordatevi alcuna volta di noi e venite almen col pensiero a riscaldarvi al tepor teutonico della mia camera.
Addio, mio caro padre maestro: se vi cade in acconcio, ricordate l'antica mia servitù al degnissimo signor auditor Bizzarrini. Continuate a riamarmi e credetemi, con tenerezza eguale al rispetto.
1405
A LIVIA ACCARIGI - SIENA
Vienna 4 Ottobre 1764.
Non pretendeva dalla mia Egeria, quando a V. S. illustrissima l'inviai, se non se l'ufficio di rammentarle la servitù, la stima ed il rispetto mio, ma questa eccedendo le facoltà della sua commissione, veggo che ha usurpato da lei un gentilissimo eccesso di gratitudine e di obbligantissime espressioni.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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