Mercé la non credibile eccellenza delle auguste attrici (e qui non entra l'ombra d'adulazione), la Festa sorprende ed incanta chiunque ha l'onore di esserne spettatore. Ma la mia povera disordinata macchinetta sta su per miracolo del zelo di buon servitore, animato dalla clemenza e dal gradimento augustissimo. Eccovi le cagioni e le scuse del mio silenzio e del mio laconismo. Voi vedete ch'io merito non meno compassione che invidia. Gradite in tanto tumulto la mia tenera memoria e credetemi più che mai.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 4 Febbraio 1765.
Mi mancano secondo il nuovo stile le lettere correnti di Roma, ma ne ricevo in contraccambio due vostre già muffite del 5 e del 12 dello scorso gennaro. Nel primo è il bilancetto del semestre a tutto dicembre passato, che mi pare che vada assai bene, né trovo degno di tanta deplorazione il picciol eccesso col quale supera il conto antecedente. Non è la sola Roma che si risente del rincarimento di qualunque genere necessario: il metallo infame che si trasporta continuamente dall'altro mondo è cresciuto in Europa, e secondo la proporzione della diminuita sua rarità le merci esigono in cambio maggior quantità del medesimo, di quella che esigevano quando esso era meno abbondante. Onde la celebrata scoperta dell'Indie, oltre tanti altri malanni, ci ha caricati di gravissimi incomodi che noi abbiamo creduti ricchezze. Le ricchezze vere son quelle delle quali ci provvede la terra, nostra buona madre non meno per il bisogno che per la delizia: onde non eravamo meno ricchi quando con dieci scudi potevamo procurarcene tante quante non possiamo ora con cento.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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