Aggiungete la sorte alla quale la Providenza mi ha destinato di scoppiar cantando come le cicale per troppa prevenzione a mio favore dell'adorabile mia padrona, e calcolando tutto ditemi se il mio stato è invidiabile. Ma sotto i pesi inevitabili conviene adattar bene le spalle per portarli con incomodo minore. Addio. Vi abbraccio con Barbara e sono.
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A NICOLÒ JOMMELLI - LUDWIGSBURG
Vienna 6 Aprile 1765.
Dunque il mio adorabile Jomella pur si ricorda di me? Questa verità, della quale, a dispetto del vostro eterno silenzio, io non ho mai dubitato, confermata dal carissimo vostro foglio del 3 dello scorso marzo, mi ha cagionato un piacere poco meno che peccaminoso: tanto più che io me l'ho inutilmente alcune volte procurato mandandovi già qualche tempo fa il mio Alcide al bivio per mezzo del signor Filippo le Roy, e più recentemente scrivendovi una lunga cicalata che doveva esservi consegnata dalla signora Scotti, la quale presentemente canta da prima donna in Londra, e partendo da questa Corte asserì di voler passare per cotesta. Ma o sia colpa de' miei corrieri, o della vostra per lo più inefficace benché sempre ottima volontà, io sono così sicuro di occupare un invidiabile luogo nel vostro cuore, che qualunque contrario palpabilissimo argomento non potrà giunger mai a farmene temere incerto il possesso.
Mi è stato carissimo il prezioso dono delle due arie magistrali che vi è piaciuto inviarmi; e, per quanto si stende la mia limitata perizia musicale, ne ho ammirato il nuovo ed armonico intreccio della voce con gl'istrumenti.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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