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      Preghiamo il Cielo che mi lascino il tempo di raccogliere il fiato. Dunque il mio caro signor Jommella è in Roma? Come mai così inaspettatamente ha cambiato emisfero? Andatelo, vi prego, a ritrovare a nome mio, abbracciatene quanto vi permette la maestosa sua circonferenza, dategli per me un mondo di baci, e regolatevi nel numero con l'aritmetica di Catullo. Ditegli ch'io ricevei le due superbe arie di cui per mezzo del signor Coltellini mi fece dono, che gliene resi le dovute grazie con una mia lettera che sa Dio se avrà ricevuta, ditegli ch'io l'amo, lo stimo e l'ammiro, e ditegli poi tutte quelle tenerezze che sapete è di qualunque categoria. Risalutate il nostro onoratissimo monsieur La Pegna, comunicate i miei abbracci con la sorella e credetemi.
     
     
     
      1425
     
      A FRANCESCO BUFFERA - FABRIANO
     
      Vienna 16 Maggio 1765.
     
      Non saprei spiegarvi qual tumulto di piacere mi abbia destato nell'animo l'inaspettato carissimo vostro foglio del 2 dello scorso aprite, recatomi tre giorni sono dal padre del nostro signor Luchino. Ha messe questa lettera tutte in attività le gratissime idee che ho sempre conservate di voi: ho veduto il mio caro signor Buffera nel suo amabile ed avvenente contegno: ho ascoltata la sua voce: mi sono rappresentate le sue dolci maniere, l'illibato suo costume, e tutte le altre sue così poco comuni qualità, che giustificano il mio amore e la mia stima per lui. Sarebbe stato il piacere mio in ogni parte perfetto se non mi aveste amareggiato anche l'interno della vostra lettera con un rigore di cerimonia così poco analoga all'antica familiare e tenera nostra amicizia.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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