Che cosa resta mai a questa cara consolatrice del tormentato genere umano se le togliete la confidenza? Se avete creduto ch'io esiga uno stile tanto ufficioso, avete fatto gran torto a me; se ve l'han suggerito le vostre interne disposizioni a mio riguardo, l'avete fatto a voi stesso.
I vostri raccomandati non han bisogno della mia debole assistenza, essendo molto più vantaggiosamente appoggiati; ma dovunque io possa esser loro di profitto, non risparmierò mai l'opera mia con lo stimolo di secondar la premura di così caro e così degno intercessore.
Sarei più lungo se i miei troppo frequenti viaggi in Parnaso mi lasciassero la disposizione di me stesso. Addio, non vi stancate di riamarmi, e se vi dà l'animo di scoprirmi utile a qualche cosa onoratemi de' vostri comandi, sicuro di trovar sempre in me, se non facoltà per ubbidirvi, amicizia almeno e tenerezza per dimostrarmi.
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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
Vienna 31 Maggio 1765.
È sulle mosse la caravana armonica per mettersi in marcia alla volta d'Inspruch: considerate, mio caro gemello, come sta la mia povera testa ipocondriaca. A dispetto di tutto questo tumulto non posso trascurare di commettere allo stimabilissimo signor Becchetti il trasporto di alcune balle d'abbracci, baci e tenerezze per farne l'esatta consegna all'amabile mio gemello: congratulandosi seco a nome mio che il suo umore cominci a rischiararsi: siccome ho veduto in una sua allegra lettera scritta al signor Becchetti suddetto, della compagnia del quale non ho potuto approfittarmi quanto avrei voluto mercé le assidue mie occupazioni.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Parnaso Inspruch Becchetti Becchetti
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