Mi parve al primo aspetto di rivedere il degnissimo signor principe di Strongoli nella florida stagione degli anni suoi. Le sospirate testimonianze che si compiacque replicarmi dell'ottimo stato di salute in cui ha egli costì lasciata l'Eccellenza Vostra mi resero anche più prezioso l'acquisto d'una così invidiabile conoscenza. Quella porzione di minute e numerose richieste ch'io risparmiai, con gran fatica, alla pazienza di questo per altro compiacentissimo cavaliere nel primo incontro, non furono evitate da lui nel proprio suo alloggio, dove corsi nella seguente mattina a rassegnargli l'ossequiosa servitù mia, a tenore degli antichi domestici dritti che a lui sopra di essa appartengono. La sua figura ed il suo contegno incontrano qui l'universale approvazione: ed i nostri augustissimi sovrani l'hanno accolto con segni non equivoci d'amore e di parzialità considerabilmente distinta.
La sua risposta di cui l'Eccellenza Vostra mi dimanda ragione esigeva ubbidienza e non replica: onde, a tenore di questo mio dovere, nello spedire il commissario che dovrà fare in Inspruck le mie veci lo incaricai già molti giorni sono d'inviare di là a Vostra Eccellenza il nuovo mio dramma, subito che non sia più contrabbando il pubblicarlo. L'avrei informata io medesimo di questa mia dovuta attenzione; ma poche volte son mio. L'adorabile mia padrona mi crede sempre lo stesso abate di trentasei anni fa, e mi spedisce in Parnaso con frequenza molto inferiore al mio zelo, ma forse superiore alle mie forze.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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