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      Io non so esprimervi quanto questo principe era universalmente amato, e quanto n'era degno; qual sia la perdita dell'augusta numerosa sua famiglia e quale la nostra. Figuratevi il pubblico lutto, e compatitemi. Riscuote universale ammirazione la costanza, la prudenza, la tenerezza e l'indefessa applicazione con le quali l'imperator Giuseppe adempie colà in così tragica e non preveduta circostanza tutti i più difficili doveri di figlio, di fratello e di principe. L'unica ma grande consolazione dell'afflittissima imperatrice vedova, nella crudele separazione dopo trent'anni di compagnia, da un consorte amato da lei almen al par di se stessa, è l'averlo veduto appressarsi alla Mensa sacramentale la mattina del giorno istesso dell'inaspettata sua morte. Il colpo ci ha sopresi e storditi di maniera che non siamo ancora in istato di ragionar prudentemente su le conseguenze del caso; onde abbandono questa funesta materia, della quale le pubbliche gazzette v'informeranno abbastanza.
      Il mio commissario, che ha fatte le mie veci in Innsbruck per la direzione dell'opera, essendo già di ritorno di colà mi assicura di aver consegnato di sua mano a quell'ufficio della posta un esemplare del Romolo a voi diretto, a tenore della mia commissione, il dì primo del corrente agosto, onde non so come il giorno 10, data dell'ultima vostra, non vi fosse pervenuto. Non dubito che l'avrete poco dopo ricevuto, e che le nuove pubbliche vi avranno liberato dal ritegno imposto. Addio, vi abbraccio con la sorella e sono.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Giuseppe Mensa Innsbruck Romolo