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      1454
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 23 Settembre 1765.
     
      Sono sensibilissimo alla vostra consolatoria del 7 del corrente, ma non entro in materia, perché animus meminisse horret luctuque refugit. Con la notizia del deposto impegno di far rappresentare il mio Romolo, attesa la mancanza de' musici, veggo accordata la stampa e la cioccolata, che a me non parevano capaci di combinazione. Onde, benché per ambages, parmi che voi mi diciate d'aver duplicato il piccolo vantaggio della missione: se m'appongo, prosit. Mi consola il favorevole accoglimento della mia patria all'ultima mia nuova fatica. Le approvazioni di qualunque pubblico mi lusingano, ma quelle di Roma m'inteneriscono. Addio: conservatevi con la sirocchia che con voi unitamente abbraccio, confermandomi.
     
     
     
      1455
     
      AL PADRE ARCANGELO MARIA - NOLA
     
      Vienna 30 Settembre 1765.
     
      Dalla savia eloquente ed obbligante lettera di V. S. illustrissima, nella quale ella giudica del suo prossimo con tanto vantaggio, veggo a qual segno la seduca quel fervore di carità cristiana che regola i moti del suo cuore. Vostra Paternità mi attribuisce facoltà molto maggiori di quelle ch'io mi sento. Il sol pensiero della grande impresa che mi propone mi fa giustamente tremare. Con qual coraggio potrei intraprendere di scrivere in poesia sentimenti che, espressi da' grandissimi teologi in semplice prosa sul doppio senso d'una parola o d'una sillaba, han tirato loro addosso il sospetto di Calvinismo o di Pelagianismo? Quali ornamenti, quali grazie si possono sperare d'una poesia piena di timori e di ceppi, e dove la fantasia, che è il fondamento sul quale essa unicamente sussiste, non può fare alcun uso del suo vigore, senza esporsi a contaminar la maestosa semplicità di verità così venerabili e grandi?


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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