Qualunque ne sia stato il portatore, che io ignoro, non ha voluto esigere il minimo premio dell'opera sua, che per altro io ho troppo ben pagata anticipatamente con la dilazione di più di due mesi di così sensibile piacere. Ho subito incominciato impazientemente a scorrere in qua e in là i due eleganti volumetti, ed ho trovato componimenti de' quali io non aveva fin'ora notizia. Ma in qualunque luogo io gli apra così alla ventura, mi avvengo sempre in alcuna di quelle bellezze che distinguono il suo felice e solido stile. La lettura intiera, ch'io mi propongo d'incominciare, farà per alcun tempo la mia delizia e quella ancora de' pochi amici che in questo emisfero io credo capaci di poterle render giustizia. Io sono, oltre ogni credenza, sensibile a questo nuovo pegno della sua amicizia, di cui le rendo grazie senza fine. Non convengo per altro seco sul divorzio ch'ella minaccia alle Muse. Esse le sono state fin'ora così costantemente amiche e compagne, che sarebbe ingratitudine l'abbandonarle. In così lieta compagnia non soffrirà svantaggi la sua salute, la quale augurandole come io stesso per me la desidero, pieno di vera stima e di riconoscenza mi dico.
1486
A VINCENZO CAMILLO ALBERTI - BOLOGNA
Vienna 8 Marzo 1766.
Non posso a meno di non essere grandemente tenuto alla bontà e gentilezza di Vostra Signoria. Ella m'offre la sua amicizia con parzialissime espressioni, e, per dimostrarmi che grande è il dono che io ne ricevo, ella mi comunica una sua Cantata, che è veramente felice, affettuosa e gentile.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Muse Marzo Vostra Signoria Cantata
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